Il laser ha rappresentato un importante innovazione in odontoiatria.
Vediamone alcune applicazioni cliniche.
La capacità di sterilizzazione dei tessuti infetti nonché la stimolazione del processo di guarigione fa del laser al neodimio lo strumento ideale per la terapia di queste dolorosissime lesioni. In genere con una sola applicazione il dolore cessa e nel giro di pochi giorni guarisce la mucosa ferita.
Il laser ha costituito un interessante aiuto sia nei casi meno gravi che in quelli più complessi. Nei casi meno gravi è stato possibile senza ricorrere alla chirurgia, eliminare le cosiddette tasche parodontali, fino ad una profondità di tre-quattro millimetri. La sonda del laser al neodimio o al diodo, penetra nella tasca ed elimina vaporizzandoli i batteri presenti e la parete malata interna della tasca stessa. La gengiva smette di sanguinare e i denti sono più saldi.In genere si eseguono quattro applicazioni a distanza di una settimana una dall’ altra. Nei casi più gravi il laser all‘erbium può costituire un importante aiuto al chirurgo. E’ possibile infatti una volta aperta la gengiva nella zona gravemente malata, eliminare i batteri presenti e trattare la superficie di radice contaminata, attivando anche il processo di guarigione del corpo. Quindi si può applicare un materiale di innesto come per esempio osso sintetico o osso del paziente stesso, ecc. Molto utile secondo alcuni chirurghi è l ‘utilizzo di concentrati di piastrine che sono dei piccoli corpuscoli presenti nel sangue. Il sangue viene prelevato al paziente prima dell‘intervento concentrato mediante una centrifuga. La porzione con le piastrine viene così separata dalle altre. In questo modo si riesce ad utilizzare in alta concentrazione le proteine che controllano la guarigione delle ferite.
In implantologia il laser può aiutare per decontaminare i siti di inserimento dai batteri presenti e per attivare il meccanismo di guarigione. Particolarmente adatto sembra essere nel caso di impianti post estrattivi con immediato carico protesico. Cioè quando si vuole inserire un nuovo dente su una nuova radice in titanio, subito dopo avere estratto la radice dentale malata. In pratica si estrae il dente malato o fratturato e si decontamina l’alveolo vuoto con il raggio laser. Quindi si inserisce l’ impianto ed immediatamente il nuovo dente. Si permette così nello stesso giorno una immediata estetica ed una immediata capacità di masticare. Ricordiamoci però che qualsiasi strumento è solo un aiuto in mano ad un medico che deve essere capace di spiegare al paziente i limiti, le possibilità e le giuste applicazioni. Nessun intervento per quanto innovativo deve suscitare la speranza di “miracoloso”: un rapporto profondo di comprensione e fiducia tra il paziente ed il proprio dentista costituisce infatti le fondamenta di una buona cura.